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24-01-2024
STOP CALDAIE A GAS
L′UE dice stop alle caldaie a gas
E ormai da tempo che l′Ue ha deciso di seguire un percorso green con novità che che interesseranno entro qualche anno ogni ambito della vita quotidiana, ma i problemi da affrontare non sono pochi. Per seguire il progetto green l′Unione Europea ha iniziato ad imporre obblighi specifici, imponendo alcune misure per i cittadini, cosa che sta facendo particolarmente discutere suscitando non poche polemiche. Tra gli gli obblighi la sostituzione delle caldaie a gas e la ristrutturazione obbligatoria delle case datate. LO STOP DELLE CALDAIE A GAS Quindi tra le novità decise dall′Ue in virtù di un piano green ambientale c′è lo stop all′acquisto e alla installazione di caldaie a gas, considerati impianti inquinanti, che dovrebbero del tutto scomparire entro il 2029. L′eliminazione delle caldaie a gas sarà, infatti, progressiva, con un primo step tra il 2025 e il 2026, quando non saranno più disponibili i bonus che si potranno (se non cambiano le carte in tavola) invece avere solo per l′installazione di tecnologie alternative e a sostituzione dei vecchi impianti, e il secondo step che si dovrebbe concludere entro il 2029, con lo stop totale alla vendita sul mercato delle caldaie a gas. Usiamo il condizionale in quanto entro la fine del 2023 dovrebbe infatti arrivare la revisione del regolamento Ecodesign, che prevedrà il divieto di vendere tali prodotti, a meno che essi non abbiano un indice di efficienza al 115%. Individuando tale parametro, però, pur non vietando direttamente le caldaie, il nuovo regolamento fisserebbe alcuni paletti entro cui nessun apparecchio può attualmente rientrare. Di fatto la prescrizione che la Commissione europea si appresta ad approvare ponendo un indice di efficienza al 115% per le caldaie a gas rappresenta un divieto di immissione sul mercato di tutte le caldaie e non risulta coerente con il parere espresso dal Parlamento europeo lo scorso 14 marzo sulla proposta di Direttiva sulle prestazioni energetiche dell′edilizia. Nessuna caldaia, né a gas né a idrogeno o biometano riuscirà mai a raggiungere lndice di efficienza al 115%, ad esclusione delle pompe di calore, sia elettriche che a gas o ibride. Allo stop delle caldaie a gas nel corso dell′ultimo consultation forum della commissione europea del 27 aprile, si sono opposti non soltanto l′Italia, ma anche alcuni Stati dell′est: Polonia, Slovacchia, Romania, Repubblica Ceca e Croazia. Insomma una questione ancora tutta da discutere!!! Per rispettare, infatti, la linea green tracciata dall′Europa, gli interventi finanziati in Italia dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) non devono recare alcun danno significativo all′ambiente e per questo saranno cancellati i bonus previsti per le caldaie. ULTERIORI OBBLIGHI GREEN GIÀ IMPOSTI DA UE La nuova legge Ue di obbligo si sostituzione delle caldaie a gas è affiancata, infatti, da ulteriori obblighi già imposti dall′Ue, a partire dall′obbligo di ristrutturazione obbligatoria delle case vecchie. E stata approvata, infatti, la legge Ue sulla ristrutturazione obbligatoria per rendere più efficienti le case inquinanti di classe energetica F o anche G in molti casi. Gli step previsti dalla nuova direttiva europea sono i seguenti: entro il 2030 tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E; entro il 2033 la classe energetica da raggiungere dovrà essere la D; entro il 2040 si dovrà raggiungere un livello tale da garantire un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050. Secondo quanto previsto dalla nuova legge europea, l′obbligo di ristrutturazione varrà per tutte le case e gli edifici di classe inferiore a E ed entro il 2023 tutti gli edifici e le case di classe energetica inferiore a E, quindi F e G, dovranno essere ristrutturati per migliorare la propria classe energetica e ridurre, quindi, le proprie emissioni inquinanti. Ulteriore imposizione dall′Ue sulle case riguarda l′obbligo di sostituzione delle cucine a gas con cucine a induzione, passaggio che anche in tal caso potrebbe essere graduale, che non sono inquinanti come le cucine a gas, riducono i tempi di cottura e, di conseguenza, il consumo di energia. Legislazione Decreti L′Ue ha anche imposto l′installazione di pannelli solari per tutti gli edifici pubblici e commerciali, la data fissata è dal 2026 in poi, per edifici che superano una determinata metratura, ed entro il 2030 per tutti gli edifici residenziali. L′obiettivo dell′Ue è raddoppiare la capacità fotovoltaica europea e installare 600 nuovi gigawatt entro il 2030, un progetto che sarà a tappe, come annunciato, per cui: entro il 2026 dovranno avere i pannelli solari tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici con area utile maggiore di 250 metri quadrati; entro il 2027 l′obbligo sarà previsto anche per gli edifici già esistenti della stessa tipologia; dal 2029 l′obbligo di installazione dei pannelli solari dovrà riguardare tutti i nuovi edifici residenziali. Infine, l′Ue avrebbe deciso anche lo stop alluso di alcuni tipi di condizionatori per la lotta agli idrofluorocarburi, noti anche come F-gas, e il loro effetto serra: il nuovo obiettivo dell′Unione europea è quello di arrivare alla cosiddetta neutralità climatica entro il 2050, con lo stop agli F-gas in alcuni settori, che colpirà condizionatori, pompe di calore gli impianti di refrigerazione stazionari e in movimento dei supermercati. Stop a camini negli alberghi per prevenire gli incendi Lo afferma una recente Sentenza della Corte di Cassazione che sancisce il divieto ai camini negli alberghi con oltre 50 posti letto per prevenire eventuali incendi. Nel caso esaminato dai giudici si è deciso sulla responsabilità del gestore di un hotel riguardo a un incendio scoppiato all′interno della struttura, partendo da un camino. Riguardo agli eventi, il gestore dell′hotel risultava processato insieme all′architetto e al capo dei lavori (entrambi assolti in appello) per un incendio che nel 2016 ha coinvolto il tetto dell′hotel, propagando le fiamme anche negli spazi vuoti dei piani sottostanti. Secondo la sentenza, l′incendio ha avuto origine dal fuoco di residui di fuliggine, causato dalla combustione di depositi carboniosi all′interno del camino. Stop a camini negli alberghi per prevenire gli incendi Secondo quanto emerso nella pronuncia della Cassazione il caminetto, considerato un impianto fisso e non centralizzato per la produzione di calore, non può essere acceso all′interno dell′albergo se quest′ultimo ospita più di 50 persone. La sentenza evidenzia infatti alcune criticità normative a causa delle modifiche al decreto sulle prestazioni degli edifici (Dlgs 192/2005), che hanno creato incertezze interpretative riguardo alla classificazione di stufe e camini come impianti termici. Il divieto di utilizzo del camino si basa su una norma tecnica antincendio specifica per le strutture turistico-ricettive (Dm 9 aprile 1994). Secondo questa norma, negli alberghi sono ammessi solo impianti centralizzati di produzione di calore. Di conseguenza, poiché il caminetto è assimilato a un impianto termico fisso e non centralizzato, non può essere utilizzato negli hotel sottoposti al controllo dei Vigili del Fuoco. L′eccezione riguarda solo le strutture con meno di 50 posti letto, per le quali la normativa antincendio del 2015 (Dm Interno 14 luglio) consente la presenza e l′accensione di caminetti e stufe solo nelle aree comuni. Pertanto la definizione di caminetto come impianto termico segue quanto stabilito dal Dlgs sulle prestazioni energetiche degli edifici: si considera pertanto alla stregua di un impianto termico quando la potenza del focolare degli apparecchi termici installati è uguale o superiore a 5 KW.